La doccia fredda delle ultime ore con l’ulteriore, nuova stretta sul Superbonus che cancella ogni tipo di sconti in fattura e cessione del credito, è l’ultimo, ennesimo, duro colpo ad un settore, quello della costruzioni, che già sta facendo i conti nell’ultimo mese con l’introduzione della ritenuta all’11% sui bonifici per le agevolazioni edilizie. L’aumento è scattato il 1° marzo e l’osservatorio di CNA Costruzioni Alto Adige rileva con preoccupazione i primi impatti importanti sulla liquidità delle imprese aderenti attive nel settore. Sono interessati i pagamenti del superbonus, dell’ecobonus, ma anche quelli del bonus ristrutturazione e del bonus barriere al 75 per cento.
Ovviamente, alle maggiori entrate statali fa da contraltare una minore liquidità immediata per le imprese. Il tutto si traduce in una maggiore difficoltà nel pagamento dei fornitori e, a cascata, in una difficoltà a far proseguire i cantieri e gli interventi delle imprese, soprattutto di piccole dimensioni, che costituiscono buona parte del tessuto economico del settore nella nostra provincia. Poiché l’applicazione della ritenuta calcolata dalle banche è automatica, alcune imprese potrebbero non averse sufficiente capienza fiscale per utilizzare in compensazione i crediti relativi all’anticipo delle somme.
A sottolineare la ricaduta importante dell’aumento e ad auspicare che il sistema possa essere rivisto è il presidente del comparto Costruzioni di CNA Alto Adige Südtirol, Rodolfo Gabrieli, che ha posto fortemente il tema sul tavolo in occasione di una recente visita a Bolzano del responsabile nazionale di CNA Costruzioni, Riccardo Masini. Il tema ha fatto discutere nel tempo e ha visto aumenti e diminuzioni contrapporsi dall’introduzione della misura. Questo ultimo aumento va ulteriormente a gravare su realtà già abbondantemente coinvolte nelle crisi degli ultimi anni, che hanno fatto registrare, per il settore costruzioni del Triveneto, un +30% di chiusure nel secondo semestre del 2023 dopo aver registrato peggioramenti già nel corso del 2022. CNA auspica che il decisore politico possa rivedere la percentuale della ritenuta e accelerare i tempi di rientro compensandola nel successivo trimestre dalla data fattura, a fronte della regolarità del DURC.