Nessun terreno disponibile nelle 15 aree produttive provinciali, si torni al sistema antecedente alla legge Widmann

“La mancanza di nuove aree produttive provinciali e comunali sta rallentando la crescita delle piccole e medie imprese del fondovalle. Proponiamo di ridiscutere il paradigma operativo introdotto con la legge provinciale 9/2018, meglio conosciuta come legge Widmann, ripristinando il meccanismo dell’assegnazione di lotti a prezzi calmierati a consorzi di piccole imprese”. Lo afferma Cristiano Cantisani, presidente di CNA Alto Adige Südtirol.

Motivo della riflessione è la recente assegnazione dell’ultimo lotto residuale dell’area produttiva di interesse provinciale di Vurza, a Laives. “Appena 452 metri quadrati, peraltro sotto i cavi dell’alta tensione e quindi con forti limiti di utilizzo dell’area – aggiunge Cantisani – assegnato tramite procedura di evidenza pubblica ad una piccola impresa. Con l’ufficio Aree produttive della Provincia abbiamo verificato che ci sarebbe a disposizione un altro piccolo lotto a Salorno. E basta. Le quindici aree produttive di interesse provinciale di Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico, Campo di Trens, Egna, Laion, Laives, Lana, Ora, Prato allo Stelvio, Salorno, Vadena, Varna e Vipiteno non hanno un metro quadro disponibile. E nel fondovalle i Comuni non hanno più sviluppato aree produttive comunali”.

Il problema, secondo CNA Alto Adige, è la legge di riforma del 2018: “Presentata come una procedura di snellimento che avrebbe agevolato l’incontro tra domanda e offerta di terreni, assegnando alla Provincia e ai Comuni solo il compito di approvare i piani urbanistici, di fatto quella legge – afferma Cantisani – ha tolto la regia complessiva all’ente pubblico e, vista la penuria di terreni, ha innescato solo una speculazione immobiliare che ha fatto alzare i prezzi al punto da essere inaccessibili per le micro, piccole e medie imprese”.

CNA Alto Adige propone di avviare un confronto con la Provincia e i principali Comuni del fondovalle (Bolzano, Merano, Laives e Bassa Atesina), chiamati a collaborare per armonizzare i piani urbanistici e ad individuare terreni idonei, in modo da ripristinare, pur se con gli opportuni aggiornamenti, la regia complessiva delle aree produttive e del loro sviluppo attraverso operazioni della mano pubblica, con assegnazione dei lotti a costi calmierati, in particolare a consorzi di piccole imprese.