Danni catastrofali, imprese preoccupate per l’obbligo assicurativo
Entro il 31 dicembre scatta l’obbligo per le imprese di stipulare contratti assicurativi a copertura di danni provocati da calamità naturali ed eventi catastrofali. Una novità che sta destando non poca preoccupazione tra gli artigiani e le piccole imprese. Introdotto dalla legge finanziaria 2024, l’obbligo entrerà in vigore il primo gennaio 2025 e interesserà tutte le aziende con sede legale o stabile organizzazione in Italia. In caso di inadempimento, sono previste significative ripercussioni sia con riferimento all’assegnazione di contributi in caso di eventi calamitosi che, più in generale, all’accesso a finanziamenti o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche. CNA, insieme ad altre associazioni di categoria, ha già chiesto a livello nazionale una proroga. “Un rinvio necessario – spiega il presidente di CNA Trentino Alto Adige Claudio Corrarati – per definire le linee contenute nella Legge di Bilancio, colmare le incertezze del testo nonché per mettere le imprese nelle condizioni di sottoscrivere polizze efficaci a costi che tengano effettivamente conto del principio di mutualità del rischio. CNA – prosegue il presidente – chiede che vengano stabilite condizioni di polizza a cui le compagnie di assicurazione dovranno attenersi nel determinare le coperture e nel fissare il premio”. Importante è anche esentare i premi dall’imposizione fiscale del 22,25%.
Altra lacuna da colmare è quella della tipologia di manifestazione catastrofali. Si parla infatti di inondazioni, esondazioni, frane e terremoti, ma non si tiene conto di trombe d’aria, grandinate e slavine. “Siamo consci del fatto che il verificarsi ormai regolare di eventi climatici estremi impone una riflessione su come far fronte ai danni ingenti che lo Stato non riesce a sostenere in via esclusiva anche nella nostra provincia, virtuosa per quanto riguarda la gestione del territorio, ma siamo altresì convinti che un obbligo assicurativo di questo tipo, unico nel suo genere in Europa, richieda un percorso che soddisfi i requisiti di chiarezza e certezza rispetto all’estrema complessità della materia”, conclude Corrarati. Da qui la richiesta di proroga di almeno 12 mesi per l'entrata in vigore della norma.