Dopo le pressioni esercitate da UNATRAS (di cui fa parte CNA Fita) in queste settimane, anche a seguito delle ipotesi circolate sulle misure allo studio del Governo contenute in manovra di bilancio, è ripreso il confronto tra il Ministero Infrastrutture e Trasporti ed il coordinamento delle principali associazioni dell'autotrasporto.
L'incontro, di carattere tecnico, è da considerare preparatorio all'incontro politico che, come è stato assicurato dai vertici dell'amministrazione, sarà convocato a breve termine alla presenza dei responsabili del Dicastero per affrontare le tematiche che necessitano di risposte politiche alle questioni ormai da tempo in attesa di risposte.
Nel corso della riunione è stato annunciato che è pronto il nuovo schema elaborato dal MIT inerente i valori di riferimento dei costi di esercizio che sarà a breve pubblicato dalla competente direzione generale sul sito internet del Ministero.
La Presidenza UNATRAS, preso atto della volontà del Ministero di riprendere un confronto serrato per la risoluzione delle problematiche della categoria, rinvia ogni decisione del proprio Comitato esecutivo dopo l'incontro politico di prossima convocazione, all'esito del quale sarà compiuta una valutazione complessiva sulle misure che saranno adottate dal Governo e sulle risposte agli impegni assunti dal MIT di carattere normativo.
Nei giorni scorsi, aderendo allo stato di agitazione della categoria, CNA Fita aveva denunciato che “In soli sei mesi i costi di esercizio di un veicolo pesante sono aumentati tra i 2mila e i 4mila euro l’anno. Aumenti ingenti si sono registrati anche per i passaggi nave e la tariffa Ets Surchage (imposta dall’Unione europea per le emissioni di gas a effetto serra) sostenuti dalle imprese che effettuano trasporti da Sicilia e Sardegna. Solo questo regolamento comunitario, in vigore dal 1° gennaio 2024, segna un incremento medio di circa il 17%. Nel 2024 il biglietto, al netto della tariffa Ets Surchage, richiesto dagli armatori per trasportare i veicoli da e per le principali isole del Paese, ha avuto una crescita media di 111 euro, il 18,7% in più rispetto a quattro anni fa”.
Per facilitare la transizione ecologica, secondo CNA Fita, occorre evitare che tutto il peso del cambiamento ricada sui più deboli. Per CNA Fita vanno introdotte norme che consentano alle imprese di autotrasporto di recuperare i costi di esercizio direttamente in fattura e prevedano, nella costruzione dei modelli Isa, gli oltre quattro miliardi di costi in più determinati dalla tariffa Ets Surchage per le imprese di autotrasporto siciliane e sarde oltre quelli generali che appesantiscono gli operatori di questo comparto.
Allargando lo sguardo a tutto il settore, CNA Fita rileva ulteriori aumenti per gli autotrasportatori come il costo del carburante, che in soli due anni ha generato un aggravio per le imprese di circa 800 euro annui a veicolo. Anche il rinnovo contrattuale in corso è destinato a influenzare i costi del settore.
“In un contesto di crescita dei costi e di carico addizionale – conclude la nota di CNA Fita – le imprese dell’autotrasporto si trovano ad affrontare sfide sempre più complesse, rendendo necessaria una revisione delle politiche e delle normative per supportare questo settore cruciale per il Paese. È indispensabile, pertanto, che il Governo confermi anche per il futuro le accise agevolate per le aziende del comparto”.