In soli sei mesi i costi di esercizio di un veicolo pesante sono aumentati tra i 2mila e i 4mila euro l’anno. A denunciarlo CNA Fita, analizzando i dati pubblicati dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Aumenti ingenti si sono registrati – si legge in una nota dell’associazione – anche per i passaggi nave e la tariffa Ets Surchage (imposta dall’Unione europea per le emissioni di gas a effetto serra) sostenuti dalle imprese che effettuano trasporti da Sicilia e Sardegna. Solo questo regolamento comunitario, in vigore dal 1° gennaio 2024, segna un incremento medio di circa il 17%. Nel 2024 il biglietto, al netto della tariffa Ets Surchage, richiesto dagli armatori per trasportare i veicoli da e per le principali isole del Paese, ha avuto una crescita media di 111 euro, il 18,7% in più rispetto a quattro anni fa.
CNA Fita stima che, soltanto a causa della tariffa Ets Surchage, ogni impresa con sede in una delle principali isole italiane, sopporterà 24mila euro di costi aggiuntivi per ogni mezzo pesante utilizzato per i trasporti fuori regione, oltre ai costi generali di esercizio e al biglietto per il passaggio nave.
La tariffa Ets Surchage riguarda le compagnie armatoriali che sono obbligate a compensare le emissioni prodotte in ottica di transizione ecologica, ma a pagare questi costi sono i soggetti più vulnerabili della catena economica, ovvero gli autotrasportatori.
Per facilitare la transizione ecologica, secondo CNA Fita, occorre evitare che tutto il peso del cambiamento ricada sui più deboli, mentre le grandi compagnie di navigazione con l’applicazione della tariffa Ets Surchage riescono a conseguire fino a 325mila euro di extraprofitti per singolo viaggio, come riportato in un articolo datato marzo 2024 de “Il Sole 24 Ore”.
Per CNA Fita vanno introdotte norme che consentano alle imprese di autotrasporto di recuperare i costi di esercizio direttamente in fattura e prevedano, nella costruzione dei modelli Isa, gli oltre quattro miliardi di costi in più determinati dalla tariffa Ets Surchage per le imprese di autotrasporto siciliane e sarde oltre quelli generali che appesantiscono gli operatori di questo comparto.
Allargando lo sguardo a tutto il settore, CNA Fita rileva ulteriori aumenti per gli autotrasportatori come il costo del carburante, che in soli due anni ha generato un aggravio per le imprese di circa 800 euro annui a veicolo. Anche il rinnovo contrattuale in corso è destinato a influenzare i costi del settore.
“In un contesto di crescita dei costi e di carico addizionale - conclude la nota di CNA Fita - le imprese dell’autotrasporto si trovano ad affrontare sfide sempre più complesse, rendendo necessaria una revisione delle politiche e delle normative per supportare questo settore cruciale per il Paese. È indispensabile, pertanto, che il Governo confermi anche per il futuro le accise agevolate per le aziende del comparto”.