Manca forza lavoro. Un problema trasversale che colpisce tutti i settori e tutti i profili. “Reperire personale è la sfida del nostro decennio – afferma il presidente di CNA Trentino Alto Adige Claudio Corrarati –. Era novembre quando nella nostra assemblea annuale abbiamo cercato di sensibilizzare politica e istituzioni su questa che per le nostre aziende è oggi la difficoltà maggiore. In quell’occasione abbiamo fissato alcuni dati: 18 mila persone all’anno lasciano il posto di lavoro, + 16% rispetto al passato, 40 mila i lavoratori che andranno in pensione entro il 2030, nel decennio tra il 2025-2035 si prevede che ci saranno ogni anno 3.000 uscite dal mondo del lavoro in più rispetto alle entrate. Uno scenario che ci preoccupa, ancor più se pensiamo che i mesi passano, ma la situazione non migliora, anzi. Fondamentale – aggiunge Corrarati – è che le misure da mettere in campo riguardino tutte le fasce di lavoratori, da quelli altamente specializzati a quelli qualificati e formati per i nostri mestieri”.
“Le piccole imprese – afferma il direttore Marco Nobile – cercano infatti lavoratori ad elevata professionalità, non necessariamente laureati, ma formati in settori che oggi stanno scontando la carenza di personale qualificato”. In particolare si tratta del mondo delle costruzioni, dell’autotrasporto, di quello metalmeccanico e di quello dell’installazione e impianti. CNA si è battuta per anni affinché venissero introdotte anche in Alto Adige le quote “non stagionali” per questi settori nell’ambito del decreto flussi. L’anno scorso finalmente la decisione della politica di dare il via libera a questo strumento anche in provincia. “Il meccanismo ha molte lacune – prosegue Nobile – a partire da quella delle tempistiche. Il datore di lavoro che si avventura in questo iter, va incontro ad un percorso lungo e tortuoso. Abbiamo casi di imprenditori che hanno presentato domanda per le quote 2023 e che stanno ancora aspettando i lavoratori”. Le procedure sono complesse e l’ordine cronologico deciso nei famigerati “click day” non rappresenta certo la soluzione migliore. “Ben vengano – conclude il direttore di CNA Alto Adige – le semplificazioni e l’introduzione di criteri qualitativi piuttosto che cronologici, purché si tengano in considerazione le esigenze specifiche di tutti i settori dell’economia. Ad oggi per alcune nostre aziende la soluzione offerta dal decreto flussi sta rappresentando l’ancora di salvezza e tutti ormai sanno che nei prossimi anni il problema del reperimento di personale qualificato si acuirà”.
dati recenti ci dicono che in poco più di 20 anni abbiamo perso 10.000 giovani potenziali lavoratori. Se non siamo in grado oggi di mettere in campo tutte le misure necessarie per trattenere e attrarre forza lavoro nella nostra provincia il futuro dell’economia altoatesina sarà tutt’altro che roseo. Con questi numeri, nessuno strumento può essere trascurato e nessun profilo professionale può essere escluso.